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Tiemme Informa – L’aria negli impianti: problematiche comuni

La presenza di aria nei circuiti è un fenomeno comune che necessita di particolari accorgimenti, al fine di garantire il corretto funzionamento dell’impianto.

L’aria non correttamente eliminata può causare infatti differenti problematiche:

1) Rumorosità nelle tubazioni e nei terminali:

La rumorosità nelle tubazioni si verifica soprattutto nella fase di avviamento dell’impianto, quando l’aria immessa durante l’operazione di riempimento non ha ancora raggiunto i disareatori.

La rumorosità delle valvole è invece strettamente legata alla presenza di microbolle d’aria che, passando attraverso gli organi di regolazione, subiscono una repentina diminuzione di pressione che provoca il fenomeno di cavitazione.

Tali microbolle d’aria sono sfere di dimensioni comprese tra 0,02 e 0,10 mm, si possono formare sulle superfici di separazione fra acqua e camera di combustione del generatore (microbolle del generatore), oppure dove i filetti del fluido raggiungono velocità molto elevate, ad esempio in prossimità di strozzature dell’impianto o dei giranti delle pompe di circolazione (microbolle di cavitazione).

2) Portate insufficienti o blocchi totali della circolazione:

In un impianto di climatizzazione il fluido termovettore viene solitamente movimentato tramite i circolatori. Questi organi meccanici trasferiscono energia meccanica ad un fluido incomprimibile come l’acqua. Una miscela di acqua e aria non ha più e caratteristiche di incomprimibilità e di conseguenza il trasferimento dell’energia non è più efficiente. Inoltre, la circolazione può essere parzialmente bloccata da bolle d’aria presenti in alcuni punti dell’impianto. Questo fenomeno è particolarmente grave per tipologie di impianti con pannelli radianti.

3) Insufficiente scambio termico tra i terminali di emissione:

La conducibilità termica dell’aria è sensibilmente inferiore rispetto a quella dell’acqua. Quando l’aria si raccoglie nei punti più alti dei radiatori o delle batterie di scambio la quantità di calore che viene trasferito all’ambiente diminuisce notevolmente. Una minor resa dei corpi scaldanti può causare gravi squilibri termici e quindi livelli di comfort insufficienti, nonché maggiori costi di gestione.

4) Corrosione dell’impianto dovuta alla presenza di ossigeno a contatto con materiali ferrosi:

L’ossigeno presente nell’aria può innescare fenomeni corrosivi dei materiali ferrosi, secondo la seguente formula chimica

                                                                               2Fe + 3H2O → Fe2O3 + 3H2

La corrosione può essere di due tipi:

  • Corrosione generalizzata: La corrosione generalizzata provoca la formazione di magnetite Fe3 O4 che si presenta all’interno dell’impianto sotto forma di una fanghiglia grigio-scuro.
  • Corrosione puntiforme: Se l’ossigeno continua ad essere presente nell’impianto, la magnetite continua la sua reazione chimica e si trasforma in ematite Fe2 O3 che causa corrosione puntiforme all’interno dell’impianto.